La Commissione Grandi Rischi è nata proprio con questo spirito: stabilire se sussistono le “condizioni” per allertare le autorità, e con essa la popolazione locale, nel caso in cui si palesasse come imminente un qualsiasi evento naturale che possa ritenersi “catastrofico”.
In altre parole, è la “CGR” a dover stabilire se la fonte, ossia l’ente, istituzione o persona, preposta a formulare previsioni ragionevoli in materia di catastrofi naturali, sia attendibile o meno. E’ pure evidente che solo a queste condizioni, la CGR avrebbe ragione di esistere.
Siamo arrivati dunque al punto, come fa la CGR a sapere chi è attendibile?
Intanto, si rivolge a chi opera sul territorio, come ad esempio l’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia esegue il monitoraggio continuo attraverso una serie di sismografi in grado di rilevare qualsiasi evento sismico in tempo reale.
Intanto, si rivolge a chi opera sul territorio, come ad esempio l’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia esegue il monitoraggio continuo attraverso una serie di sismografi in grado di rilevare qualsiasi evento sismico in tempo reale.
Ecco cosa l’INGV scriveva (fonte: FAQ del sito INGV) a proposito delle teorie di Bendandi (*) sul terremoto che la stampa e i media preconizzavano a Roma l’11/5/2011 (lo stesso anno in cui si verifico’ il tragico terremoto di Sendai in Giappone):
“...
Quali sono i principi sui quali si basa la teoria di Raffaele Bendandi ?
(INGV) Bendandi si basava su allineamenti di pianeti e altri corpi celesti, principalmente il Sole e la Luna, per prevedere i terremoti. In pratica sosteneva che le forze che si generano a causa di questi allineamenti sono in grado di produrre i terremoti. Forse a causa del fatto che Bendandi fosse un autodidatta, questa teoria non è mai stata pubblicata su riviste scientifiche, ma si presenta come una quantità molto eterogenea di appunti e disegni di cui è piuttosto difficile capire la reale attendibilità. Il nostro Istituto (INGV) sta collaborando con l’Istituzione culturale “La Bendandiana” per la raccolta e la catalogazione di questi scritti. Va precisato che dagli appunti di Bendandi non emerge nessuna previsione di un eventuale sisma a Roma per l’11 maggio di quest’anno! La responsabile dell’istituzione, la Dr.ssa Paola Lagorio, ha più volte ribadito questo fatto.
Quali sono i principi sui quali si basa la teoria di Raffaele Bendandi ?
(INGV) Bendandi si basava su allineamenti di pianeti e altri corpi celesti, principalmente il Sole e la Luna, per prevedere i terremoti. In pratica sosteneva che le forze che si generano a causa di questi allineamenti sono in grado di produrre i terremoti. Forse a causa del fatto che Bendandi fosse un autodidatta, questa teoria non è mai stata pubblicata su riviste scientifiche, ma si presenta come una quantità molto eterogenea di appunti e disegni di cui è piuttosto difficile capire la reale attendibilità. Il nostro Istituto (INGV) sta collaborando con l’Istituzione culturale “La Bendandiana” per la raccolta e la catalogazione di questi scritti. Va precisato che dagli appunti di Bendandi non emerge nessuna previsione di un eventuale sisma a Roma per l’11 maggio di quest’anno! La responsabile dell’istituzione, la Dr.ssa Paola Lagorio, ha più volte ribadito questo fatto.
Queste teorie sono attendibili per la previsione di un terremoto?
(INGV) No. Le forze causate dai corpi celesti sulla Terra sono piccole rispetto alle forze interne, quelle determinate dallo spostamento delle placche. Queste si muovono una rispetto all’altra con velocità che raggiungono i 10 centimetri all’anno, come nelle aree circum-pacifiche. Considerando le enormi masse che vengono spostate (quelle dei continenti e degli oceani) si può capire quali grandi energie possano essere sprigionate. Inoltre, gli allineamenti di pianeti si sono verificati spesso in passato senza che fosse mai trovata una corrispondenza con i grandi terremoti in Italia o nel mondo.
(INGV) No. Le forze causate dai corpi celesti sulla Terra sono piccole rispetto alle forze interne, quelle determinate dallo spostamento delle placche. Queste si muovono una rispetto all’altra con velocità che raggiungono i 10 centimetri all’anno, come nelle aree circum-pacifiche. Considerando le enormi masse che vengono spostate (quelle dei continenti e degli oceani) si può capire quali grandi energie possano essere sprigionate. Inoltre, gli allineamenti di pianeti si sono verificati spesso in passato senza che fosse mai trovata una corrispondenza con i grandi terremoti in Italia o nel mondo.
Quali sono le principali cause dei terremoti?
(INGV) In primo luogo l’accumularsi di energia sulle faglie, che resistono per decenni o secoli alle spinte delle placche e poi improvvisamente si muovono in pochi secondi. Nel caso del Giappone ad esempio, l’avvicinamento tra la placca Pacifica e quella Eurasiatica avviene a quasi 10 centimetri all’anno: questo implica che. dopo 200 o 300 anni, si sarà accumulato sulla faglia al contatto tra le due placche il potenziale per uno spostamento improvviso fino a 20 o 30 metri. E’ proprio quello che è accaduto durante il terremoto del Giappone dell’11 marzo 2011. Altre cause dei terremoti sono il movimento di magma sotto ai vulcani, la presenza e la pressione di fluidi (principalmente acqua e anidride carbonica) nella crosta, come avviene nelle aree geotermiche. In questi casi si tratta quasi sempre di piccoli terremoti.
(INGV) In primo luogo l’accumularsi di energia sulle faglie, che resistono per decenni o secoli alle spinte delle placche e poi improvvisamente si muovono in pochi secondi. Nel caso del Giappone ad esempio, l’avvicinamento tra la placca Pacifica e quella Eurasiatica avviene a quasi 10 centimetri all’anno: questo implica che. dopo 200 o 300 anni, si sarà accumulato sulla faglia al contatto tra le due placche il potenziale per uno spostamento improvviso fino a 20 o 30 metri. E’ proprio quello che è accaduto durante il terremoto del Giappone dell’11 marzo 2011. Altre cause dei terremoti sono il movimento di magma sotto ai vulcani, la presenza e la pressione di fluidi (principalmente acqua e anidride carbonica) nella crosta, come avviene nelle aree geotermiche. In questi casi si tratta quasi sempre di piccoli terremoti.
E’ possibile prevedere i terremoti?
(INGV) No.
(INGV) No.
...”
Il tema degli allineamenti planetari era piuttosto “caldo” a quell’epoca. Lo aveva chiaramente detto Giampaolo Giuliani, ricercatore presso il laboratorio di fisica del “Gran-Sasso”, nel corso dello “sciame” sismico che scosse l’Aquila tra marzo e aprile del 2009.
Ecco il resoconto di Giuliani (cfr.: pagg. 70 - 71 de "L'Aquila 2009. La mia verità sul terremoto" di Giampaolo Giuliani - Ed. Castelvecchi Tazebao, 2009) :
"Da una più meticolosa analisi dei dati ci siamo accorti che nel passaggio al perielio, il punto di minima distanza dal Sole, nella sua orbita di rivoluzione, la Terra subisce dal sistema Sole - Luna un'attrazione gravitazionale delle masse più intensa che nel periodo in cui Terra e Luna si trovano all'afelio, il punto di massima distanza dal Sole, ossia in estate: nei mesi invernali, insomma, c'è una maggiore concentrazione di radon rispetto al periodo estivo. ... l'andamento del flusso del radon era strettamente associato all'effetto marea prodotto dalle fasi lunari sulla Terra: nel periodo di luna piena si aveva sempre la massima concentrazione di radon, (di quella) misurata in superficie nel periodo di luna nuova. Ciò che appare molto evidente è la dilatazione e la compressione, seppur minima, cui viene sottoposto l'intero pianeta.".
Questo è il quadro generale. Le teorie di Bendandi e Giuliani sono sufficientemente consolidate in ambito astrologico.
Il punto è: come si fa a giudicare “inattendibile” una fonte come quella astrologica, senza peraltro conoscerne le basi? E’ come se io, ingegnere, dicessi che non esistono prove attendibili sull’esistenza del “bosone” (l’ultima particella elementare trovata, per cosi dire, al CERN lo scorso luglio 2012).
A mio parere, la “matematica celeste”, quella che io intendo come scienza degli astri, è potenzialmente in grado di fornire risposte su temi molto impegnativi come la previsione in termini matematici di eventi naturali di grande rilevanza, come quelli sismici.
Occorre anche qui una decina d’anni, come per tutte le ricerche in ambito scientifico, ma nessuno oggi puo’ dire che i risultati sarebbero comunque “inaccettabili”. 28 luglio 2013
Giuseppe Romano
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(*) Da Wikipedia: Bendandi era uno studioso ad ampio raggio; in base alle sue teorie, aveva previsto il terremoto del 13 gennaio 1915 ad Avezzano, che fece 30mila morti, quello del 2 gennaio 1924 a Senigallia, così come quello del 6 maggio 1976 in Friuli.