sabato 18 aprile 2020

2020, è l'anno zero del coronavirus?



Nel colloquio tra Zagrebelsky, costituzionalista, e Vineis, epidemiologo, condotto da Francesca Sironi  su L’Espresso n. 16 del 12 aprile 2020, traspare tutto lo scoramento dovuto alla pandemia che dal 20/02/2020, sta sconvolgendo il nostro paese. Questo perché non si vedono soluzioni, né sotto il profilo normativo, né sotto il profilo tecnico-ambientale.  

Eppure di pandemie ne abbiamo avute tante, dalla notte dei tempi. Stesso discorso per terremoti, inondazioni, eruzioni, tsunami, cicloni, incendi ed altro, ossia gli eventi disastrosi che vanno ripetendosi con impressionante assiduità. Ecco, stupisce che oggi, in piena globalizzazione, ci possano essere delle lacune tanto enormi nella comprensione dei fenomeni naturali, soprattutto a livello micro-cosmico.

Non c’è, infatti, consapevolezza circa i meccanismi che regolano l’attività negli strati più alti della superficie terrestre. Siamo con gli occhi puntati su Marte, in cerca di acqua e di vita, ma dimentichiamo che Marte, il Sole, la Luna e via discorrendo, ossia tutti gli “astri” visibili a occhio nudo, sono stati oggetto di studi astrologici millenari.

Tutto ciò accadeva quando l’astrologia era considerata ancora una scienza. Se dovessi fissare una data, direi fino a inizi del 1700, come preludio alla scoperta di Urano, il primo degli astri non visibili a occhio nudo. Il nome lo dice: l’astro governa il mutamento nel cielo e negli spazi eterei, attraverso il “fluido” che consegna al Tempo il suo carattere universale.

In quegli anni, l’astrologia viene ufficialmente bandita. E tuttavia, se andiamo a vedere, le mappe astrali sono sempre le stesse, ultramillenarie; gli astri sono pure gli stessi, anzi di più, se aggiungiamo quelli non visibili a occhio nudo, oltre a Urano (1780), Nettuno (1840) e Plutone (1930); infine, i segni astrologici, sono ultrasecolari; dunque, l’astrologia naturale non è cambiata.

La dottrina affonda le proprie radici nei testi Tolemaici, in particolare i 4 volumi dedicati agli elementi naturali, il “Tetrabiblos”, ai quali via via si aggiungono richiami che spaziano da Eraclito, Empedocle ed Esiodo a Paracelso. L’apice si raggiunge con Tiko Brahe, Copernico, Giovanni Keplero, e poi Galileo, Campanus, Regiomontanus ecc. ecc.

La bibliografia è ricca di studi e ricerche in campo astrologico. Tra gli autori italiani di oggi, cito Enzo Barillà, Grazia Mirti e Giuseppe Bezza.  

Il senso di tali ricerche è stato completamente rimosso, con la conseguenza che oggi siamo del tutto ignari circa le relazioni esistenti tra le forze e gli elementi, e quindi impreparati di fronte ai cataclismi naturali, in massima parte causati da una condizione di instabilità, che tende ad evolvere fino a reggiungere un nuovo equilibrio tra le forze agenti a livello microcosmico.

Nulla di cio’ che accade in Natura è casuale, c’è una spiegazione a tutto. L’astrologia non serve a “prevedere” i fenomeni nel momento in cui l’equilibrio tra i vari enti è irrimediabilmente compromesso, occorrono ben altre competenze adeguate a questo compito. Serve a dare in tempo reale una caratterizzazione specifica delle forze in gioco, al punto che se ne possano intuire le cause e di conseguenza prevedere i possibili effetti.

L’approccio astrologico di fronte ad una materia cosi complessa, è qui semplificato in due articoli, il primo dal titolo “L’astrologia e la matematica celeste nell’osservazione dei fenomeni naturali”, pubblicato su questo blog il 06/06/2013, e il secondo dal titolo “Navigatori senza memoria” pubblicato il 14/04/2013.

Il 20/02/2020 si è verificato uno stellium di pianeti in Capricorno, che richiama una configurazione similare, rilevata nel marzo 2013, vedi “Navigatori senza memoria“. Questo permette di considerare come possibile data di inizio del coronavirus la concentrazione anomala di pianeti appunto emersa nel 2013.

Quanto sopra, nel momento in cui si sta discutendo se il virus non sia stato creato in laboratorio.


Giuseppe A. Romano