giovedì 6 giugno 2013

L'astrologia e la matematica celeste nell'osservazione dei fenomeni naturali

Ad occuparsi di terremoti, un tempo erano gli astrologhi matematici. L’esempio più lampante ce lo hanno consegnato gli astrologhi del XV° e XVI° secolo.

Come ricordava Enzo Barillà sulle pagine della rivista “Ricerca ‘90” (n° 54 - aprile 2003), gli studiosi avevano previsto un “diluvio” di proporzioni bibbliche nel mese di febbraio dell’anno 1524.

Ne abbiamo parlato (vedi il post "navigatori senza memoria" su questo blog) nel marzo 2013, osservando uno “stellium” di pianeti nel segno dei Pesci, simile a quello che gli astrologhi avevano palesato nel febbraio 1524.

Il “diluvio” non ci fu, ma la storia insegna che intervennero ben altri eventi in quegli anni: la fine dei Maya oltre oceano, le guerre e le pestilenze da noi, il “sacco” di Roma, Keplero, Copernico, Leonardo, Lutero, ecc.

Chi volesse approfondire l’argomento dal punto di vista astrologico aggiungerà, ai due temi sopra accennati, il tema astrale del cielo di Sendai, in Giappone, nel momento in cui aveva luogo l’evento più drammatico di questo inizio secolo, lo “tsunami” dell’11 marzo 2011.

Da notare, l’accumulo da Ovest degli astri cosidetti “maschili”, tra il segno dei Pesci e l’Ariete, con la quadratura della Luna a Nettuno.
 




Sembra che l’allineamento di forze cosmiche dello stesso segno si accompagni con altrettanti campi di forza agenti a livello della nostra superficie terrestre, come succede con il fenomeno delle maree nel ciclo solilunare.

Tali aspetti andrebbero monitorati per fare piena luce sui movimenti celesti e i corrispondenti fenomeni naturali terrestri di cui non si conoscono ancora le cause.