I fatti che accadono sotto i nostri occhi, ogni giorno, nei quartieri di
periferia come nelle aule parlamentari, dimostrano quanto sia inadeguato il nostro
sistema socio-economico e politico.
Oggi, nella “repubblica delle idee”, si discutono i presupposti per una
nuova concezione del vivere civile, in cui sia possibile coniugare il sapere
soggettivo con i principi della ricerca scientifica, la ragione e la fede. La vera difficoltà sta nel concepire qualcosa di accettabile per tutti.
La vicenda di Napolitano, eletto primo cittadino per la seconda volta, dimostra
che è proprio l’evento “imprevedibile”, che tutti temono - salvo poi considerarlo,
con Edgar Morin, benefico e risolutivo, quando il corso degli eventi appare tanto
disastroso e senza vie d’uscita (cfr: ci
salverà forse l’imponderabile - “La Repubblica” del 2 gennaio 2013) -
quello che ci salva, o ci fa ulteriormente sprofondare.
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