lunedì 21 luglio 2014

La "matematica celeste", vademecum per il terzo millennio


L’essere umano vive oggi all’oscuro di quella che risulta essere la nostra attività planetaria. Ignoriamo, ad esempio, le leggi che governano i vari processi naturali legati all’alternanza del giorno e della notte, senza contare poi tutti quei fenomeni riconducibili al ciclo soli-lunare come le maree.

Un tempo - lo abbiamo più volte ripetuto - se ne occupavano gli astrologhi: in ultimo citiamo Tiko Brake, Keplero e lo stesso Galileo, che non disdegnava gli oroscopi. Tutto questo perchè, negli anni della rivoluzione copernicana l’astrologia naturale era una scienza e la sua dottrina indispensabile alla conoscenza del Cosmo.
Negli anni che seguirono e con la modernità, si spegne l’interesse verso tale disciplina, con il risultato che la nostra conoscenza della materia cosmica è andata via via scemando.
Una cosa è certa: la scienza “ufficiale” é ferma anch’essa tra la teoria della relatività e le varie teorie quantistiche. Alcuni fenomeni cosmici, come le comete, la caduta di meteoriti, la simultaneità delle forze che governano l’intera attività planetaria, l’anti-materia, ecc. suscitano ancora oggi teorie varie e discordanti. Mentre altri fenomeni, come terremoti e maremoti, dovuti a cause diverse tra loro non escluse quelle “astrali”, restano del tutto sconosciuti. Se vogliamo, gli strumenti per indagare i misteri del Cosmo ci sono, ma i risultati non si vedono.
Sfugge soprattutto l’osservazione dell’attività planetaria nel suo insieme. Cio’ che impedisce di fatto la corretta analisi dei fenomeni celesti e terrestri.
Si rende quindi necessario ricostituire quel bagaglio di conoscenze che si basava sull’osservazione astrologica della volta celeste: una pratica in uso da migliaia di anni e mai smentita. Oltre tutto, é alla base delle “effemeridi”.

Questa dottrina, oggi nota come “matematica celeste”, è quanto mai indispensabile: in primis, per monitorare la relazione spazio-temporale che lega il nostro pianeta, visto come micro-cosmo, agli altri pianeti e corpi celesti. In secondo luogo, serve da indicatore delle complesse dinamiche in cui vengono a trovarsi, volenti o nolenti, l’essere umano e il pianeta, ossia il nostro habitat.  
Inoltre, non deve sfuggire il fatto che la “matematica celeste” è, allo stato attuale, la sola e unica strada ideata dall’uomo per la conoscenza della materia cosmica, offrendo quella visione d’insieme del nostro sistema solare, da cui potrebbero emergere - come è già avvenuto - dati significativi su taluni eventi come appunto i movimenti tellurici e/o acquatici, che si formano all’interno del nostro pianeta per cause non ancora accertate. Soprattutto, ne abbiamo forte bisogno per superare i limiti della relatività e delle moderne teorie quantistiche. Non serve a nulla aver enunciato le quattro forze fondamentali della natura, se non abbiamo un metodo matematico - ampiamente sperimentato, come è quello centrato sul sistema attuale di riferimento zodiacale - che ci aiuti a comprenderne gli aspetti del tutto naturali di reciproca alternanza.