Giove non ci poteva passare. A Mercurio, che aveva sfilato le pecore sotto il naso ad Apollo, chiedeva ragione di quel gesto. Suo figlio era pur sempre un dio, perché allora rubare al fratello?
La stessa domanda se la pongono oggi molti osservatori stranieri: perché gli italiani sono così mutevoli, al punto di sembrare inaffidabili?
Mercurio sembra aver risposto: io sono qui! (tre volte, come Berlusconi a Brescia) Ovvero, io sono qui e mi godo la vita! peggio per gli altri che non hanno questa opportunità.
L’italiano è un mercuriano, va capito. E’ un prototipo del segno dei “Gemelli”, governato da Mercurio, il dio – serpente dell’antichità, il dio con le ali ai piedi, fratello di Apollo (costui ricco e baciato dal Sole), ma anche il dio della metamorfosi, della prontezza nelle parole, dell’intuizione che fa nascere il compromesso e lo scambio, che sono alla fonte stessa della vita.
Tutto questo sotto la luce accecante del Sole. Di notte, Mercurio sembra un altro, ha paura della sorte, sa che nulla può sfuggire alla scure del tempo. Anche qui, Giove sembra dirgli: ma, cosa te ne importa, tu sei un dio! Mercurio diventa ieratico, una sorta di angelo a cui è stato affidato un compito “superiore”, che viene direttamente dalla gerarchia celeste.
Berlusconi è un mercuriano all'ennesima potenza, con un vantaggio in più: la sorte, rappresentata astrologicamente da Venere, lo ha sempre aiutato.
Questi sono gli italiani: In fondo, brava gente!
Questi sono gli italiani: In fondo, brava gente!
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