Dopo la lunga e travagliata epopea berlusconiana, cosa dobbiamo aspettarci?
Insediata nei gangli della politica, nelle gerarchie di potere, tra le
classi della piccola e media borghesia, nel sistema bancario, nella stampa e
nella televisione, l’armata berlusconiana, facendo leva sugli ideali di
contaminazione e libertà, propri di una nuova moderna “pirateria”, ha poco a
poco stravolto le regole della politica e le leggi di mercato.
Aggiungiamo che il quadro attuale porta il segno di Giorgio Napolitano insediatosi
al Colle da oltre un quinquennio, governatore suo malgrado di masse
apparentemente vuote e smarrite, ma mai sazie di potenza e di gloria.
A differenza della pirateria che infestava le indie occidentali, per
depredare questa o quella dinastia europea, la nuova pirateria colpisce la
parte sana dell’economia, la piccola e la media industria, provocandone la fine
più ignobile in un vortice di false scritture, corruttele, finte cessioni,
sottrazione e distorsione di fondi, riciclaggio, bancarotta, compravendite
fallimentari, chi più ne ha ...
La nuova pirateria si è inserita come un virus in tutte le sedi
istituzionali. All’interno dei partiti politici, degli organi d’informazione,
degli stessi mercati finanziari, le decisioni sono pilotate in modo da avvantaggiare
chi appartiene a quella che, oggi viene considerata come la suprema fonte
dell’illegalità, la “casta”. Non è certo il male peggiore come la droga, i veleni ambientali, la
violenza sulle donne e sui minori, ma la “casta” è dura da estirpare.
Il futuro dipende dalla nostra capacità di riconoscere, tra i tanti attori
della politica, quelli che la sostengono da questo o quello schieramento. Non
fatevi ingannare. Occhio!..
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