Dall’Astrologia il progetto per una nuova
Scienza -
di Giuseppe Romano
Quando è iniziato
lo studio degli astri, più di 4000 anni fa, doveva servire per trarre
suggerimenti ed auspici dall’osservazione dai fenomeni naturali, un potere che
veniva riconosciuto a pochi “eletti” che per questo venivano chiamati
sacerdoti.
Vista come Scienza,
l’Astrologia trae invece origine dai Greci. Infatti, a quei tempi i filosofi,
gli scienziati e gli astrologhi arano un tuttuno e avevano appunto il compito
di interpretare il significato più profondo dei fenomeni naturali.
Per brevità,
ricordiamo Empedocle e Tolomeo. Empedocle (IV° Sec. a.C.) fu il primo a
de1ineare in modo estremamente chiaro e completo la teoria dei 4 elementi, che
rappresenta come sappiamo la base sulla quale poggia la nostra dottrina
astrologica. Inoltre, fu il primo a considerare ogni fenomeno naturale come
risultato della contrapposizione e della alternanza tra forze uguali e di segno
opposto, per le quali adoperò i termini di forza dell’Amore e forza della
Discordia, concetti ripetuti con lo stesso significato, la forza-giorno e la
forza-notte, da Dane Rudhyar (1).
Tolomeo fece di
più: scrisse il 1° trattato teorico-pratico di Astrologia, il Tetrabiblos inserendovi le teorie che provenivano dalla
Caldea e dalla Mesopotamia, appena conquistate dai Greci.
L’Astrologia venne
quindi considerata Scienza fino ai tempi di Galileo, del quale si. è detto
moltissimo grazie anche ad una preziosa, quanto oramai famosa, testimonianza
offertaci da Grazia Mirti (2).
Galileo,
modificando la visione generale della realtà, determinò il sovvertimento dei
valori e dei principi considerati sino ad allora universali. Fu questa
l’occasione per molti di speculare sul suo pensiero nel tentativo di dare alla
Scienza e all’Astrologia un colpo mortale (3); in realtà si determinò da un
lato la nascita della moderna scienza sperimentale e dall’altro il passaggio
dell’Astrologia dalla Scienza all’Arte.
Oggi come allora
possiamo affermare che vi sia un’intima corrispondenza tra l‘attività
planetaria ed i fenomeni naturali o “eventi” che fanno parte della nostra
vita. Basterebbe osservare che la nostra esistenza è connaturata ad una
particolare condizione di equilibrio cosmico, determinata dalla posizione -
sempre variabile ma congruente con l’ordinamento cosmico generale - che ad
ogni istante la Terra
assume rispetto al Sole e alla Luna e naturalmente rispetto agli altri corpi
celesti. Ora, se è vero che questa attività della Terra è determinante ai fini
della nostra vita, si deve ugualmente ritenere che questa stessa vita non sia
indipendente e slegata da tutto ciò che avviene al di fuori del nostro pianeta.
In poche parole, possiamo dire che tutte le attività, sia quelle cosmiche che
quelle umane, facciano parte di uno stesso ordinamento e siano sottoposte alle
stesse leggi naturali.
Nell’interpretazione
delle leggi che regolano i fenomeni naturali non possiamo affidarci ad un’idea
di casualità.
Ammesso che alcuni
avvenimenti possano avere origine dal “caso”, si svolgono poi secondo regole o
meccanismi naturali che non sono affatto casuali. Non possiamo certo esplorare
tali realtà, spesso a noi sconosciute, con i criteri deterministici della
scienza tradizionale, e tanto meno accettare teorie più o meno scientifiche
che poi non sono verificabili (Big-Bang o Big-Crunch?), o se lo sono, non
vengono confermate sperimentalmente (campi morfogenetici, gravità quantistica,
stringhe cosmiche).
Con i nostri studi
e le nostre cognizioni astrologiche siamo in grado di contribuire, con ipotesi
alternative, alla ricerca di una teoria cosmologica definitiva. Occorre
chiarire innanzitutto quelli che sono i meccanismi legati ai processi ciclici
naturali. Un esempio può essere dato dal così detto fenomeno della precessione
degli equinozi, legato all’oscillazione dell’asse terrestre (Fig.1). Secondo
gli scienziati, questo fenomeno produrrebbe, tra qualche migliaio di anni,
un’inversione delle stagioni. Questa teoria ci pare azzardata dal momento che
le stagioni hanno inizio e termine non in un punto qualsiasi dello spazio ma in
determinati punti fissi ed invariabili dell’orbita terrestre, ai quali
corrispondono - che tale orbita si ripeta regolarmente o meno - determinati
segni zodiacali considerati anch’essi fissi ed invariabili. Possiamo invece
ipotizzare che l’eventuale moto precessionale della Terra possa in realtà
determinare non lo spostamento delle stagioni e dei segni zodiacali ma una
variazione infinitesimale della durata del giorno. In questo caso non sarebbero
i segni zodiacali a doversi “adattare” al nostro calendario ma esattamente il
contrario.
La vita è regolata
quindi da ritmi cosmici collegati all’attività dei pianeti, che viene
considerata rispetto ad un unico sistema di riferimento - quello tropico e
siderale insieme - costituito dalle ben note costellazioni zodiacali disposte
sul piano dell’eclittica.
Da questo punto di
vista, il modello al quale facciamo riferimento è quello tolemaico di Tycho
Brahe, ancora oggi il più idoneo, giacché deve rappresentare non la geometria
delle masse o il moto reale dei pianeti, ma la vita stessa del Cosmo così come
appare dal nostro punto di osservazione. Anzi, è l’unico modello che permette
di raffigurare le attività cosmiche in una dimensione spazio-temporale che ci
è propria e di coglierne direttamente tutti gli aspetti che vogliamo.
In questa lettura,
non serve trascendere la realtà, né gravarla con il. peso dell’ermetismo. basta
allargare la visuale sul mondo in modo da comprendere gli astri e tutto ciò che
appartiene alla Natura. Sappiamo, per fare un esempio, che le maree sono legate
al ciclo solilunare soltanto per averlo osservato direttamente, ed allo stesso
modo abbiamo potuto apprendere tutti quei meccanismi naturali che oggi
conosciamo.
Questo ci porterà a
scoprire che la vita stessa è espressione di forze che si contrappongono e si
susseguono in un ciclo perenne in continuo rinnovamento, mentre tende al
raggiungimento di una condizione di equilibrio, che non è quasi mai definitiva.
Tra l’attività dei pianeti e la vita umana, tra macro e microcosmo si realizza
così una connessione “bipolare” (4) fatta di collegamenti dinamici che
risiedono tutti nella struttura stessa della materia (Fig.2A), come avviene tra
le 4 particelle elementari - i protoni, i neutroni, i neutrini e gli elettroni - che caratterizzano la
struttura dell’atomo.
Un’ultima notizia.
Recentemente la Scienza
ha chiuso il conto dei Quark, le sub-particelle che costituiscono il nucleo
dell’atomo: sono 12, suddivisi in 4 gruppi di 3. La Figura 2 B mostra i (+) 6
quark che hanno dato origine alla materia, ai quali vanno aggiunti i (-) 6
quark, gli stessi, corrispondenti all’antimateria.
Si tratta di un
grande risultato dal punto di vista scientifico ed è curioso notare la
straordinaria corrispondenza tra i 12 Quark ed i 12 Segni dello Zodiaco (Fig.3
e seguente).
Alle soglie del
terzo millennio, per l’Astrologia si apre allora una prospettiva diversa:
formare una nuova corrente di pensiero che sappia dare, attraverso
l’osservazione e l’analisi dell’attività cosmica nel suo insieme, risposte
soddisfacenti alle questioni che riguardano la complessità e l’imprevedibilità
della materia. La Natura
è ancora tutta da scoprire, spetta all’Astrologia il compito di indagare sulla
vita del Cosmo, per saperne di più sulla vita dell’uomo.
Note:
(1) Dane Rudhyar, I Segni Astrologici,
Astrolabio 1988
(2) S. Foglia e G. Mirti, Astrologica
Nonulla di Galileo in Linguaggio Astrale n. 88, 1992
(3) Galileo
Galilei, Sulla libertà della Scienza... a cura di M. Montinari. Introduzione di
E. Bellone, Theoria 1983
Galileo Galilei, Il Saggiatore, a cura di E. Bellone, Teknos 1994
(4) G. Romano, Astrologia e Scienza in
Linguaggio Astrale n. 94, 1994
Il disegno esposto in fondo al testo, come le stesse figure, non sono state riprodotte nei documenti ufficiali del congresso, pazienza. Sono assai felice di averlo fatto nel 2017, a distanza di 23 anni, in occasione della celebrazione dell'Anno Mondiale dell'Astrologia, ampiamentne ricordato sui social, @cosmopin
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