domenica 27 gennaio 2013

il dibattito sui terremoti: sono prevedibili?

Botta e Risposta tra i sismologhi dell’INGV e la RAI
dopo “PRESADIRETTA” di R. Iacona

La lettera dei sismologhi:

Presa Diretta del 20 gennaio – Cosa abbiamo da dire

 

Gentile dott. Iacona,
abbiamo seguito con attenzione la puntata di ieri sul processo ai sette partecipanti alla riunione della CGR del 31 marzo 2009.
Ci spiace constatare che la ricostruzione proposta non è stata obiettiva ed è lesiva della nostra immagine di ricercatori al servizio della società. Gli esperti intervistati sono principalmente testimoni dell’accusa e hanno dimostrato una visione preconcetta e basata su giudizi formulati solo a posteriori, oltre ad aver detto delle cose scientificamente non vere.
Dire che i forti terremoti sono sempre preceduti da sciami è falso (il vulcanologo Stoppa). Nessuno dei maggiori terremoti italiani del ‘900 è stato preceduto da uno sciame. Del resto, interpellare a questo proposito un vulcanologo è una scelta poco appropriata all’importanza del tema.
Far credere che un modello di pericolosità a 10 o 50 anni, valido su aree di centinaia di chilometri (quello della dottoressa Rotondi del CNR), sia utilizzabile localmente per azioni pratiche di riduzione dell’esposizione è sbagliato e pericoloso. Peraltro non è nemmeno vero che i risultati di questi studi e di altri simili siano nascosti chissà dove, dal momento che una ricerca su internet o una telefonata vi avrebbe permesso di trovarli, oggi come anni fa, sul nostro sito web e negli archivi della Protezione civile a cui vengono sempre consegnati.
Si potrebbe andare avanti con le affermazioni di Del Pinto, che ha parlato impropriamente di “crescita della magnitudo”. E così via.
Queste argomentazioni scientifiche forse interessano poco a chi è tenuto, come voi, a rispettare la cronaca. Ma non possiamo non notare che tra i tanti esperti italiani di terremoti, non coinvolti nel processo e di chiara fama internazionale, avete scelto un vulcanologo, una statistica e un funzionario della Protezione civile molisana.
Inoltre, durante il processo vengono fatte affermazioni pericolose e fuorvianti, che voi avete giustamente riportato senza però sottolinearne la gravità: dire che il problema dei terremoti in Italia non sono le case che crollano e che la riduzione della vulnerabilità degli edifici è inutile (lo si legge nelle motivazioni) è fuorviante e, questo sì, profondamente irresponsabile. Come non ci stanchiamo di ripetere da sempre, e come confermano i colleghi giapponesi e americani e qualunque altro esperto in materia abbiate voglia di sentire, è proprio la prevenzione sugli edifici lo strumento principale di riduzione del rischio simico.
Infine, respingiamo con fermezza le accuse di essere “servi del potere”. Servitori dello Stato, sì. Servi del potere, no. Soprattutto respingiamo con forza la definizione di “braccio armato della Protezione Civile“, nel senso negativo del termine come lascia intendere la trasmissione. Chiediamo la rettifica di questa affermazione.
L’INGV è un Istituto di ricerca che in base alla Legge (la 225 del 1992 e il DLgs 381/1999) è “componente del servizio nazionale della protezione civile” e opera “in regime di convenzione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile“. Di questo delicato compito siamo responsabilmente consapevoli e fieri. In questo ambito operiamo da sempre per migliorare le conoscenze sui terremoti e sul nostro territorio e per sensibilizzare la popolazione. I dati prodotti dalle nostre reti di monitoraggio e i risultati dei progetti che abbiamo portato avanti in tanti anni sono sempre stati resi pubblici. E sono da sempre a disposizione di chi ha il compito di fare scelte politiche e di far rispettare le norme antisismiche.
Ci teniamo ancora una volta a precisare che i sismologi presenti alla riunione della CGR hanno fatto il loro dovere presentando tutti i dati disponibili, e che una chiara distinzione dei ruoli sarebbe necessaria: Giulio Selvaggi non solo non faceva parte della CGR, non era mai stato convocato alla riunione, non ha partecipato alla conferenza stampa (come del resto Boschi), non ha firmato il verbale. Una sentenza che lo accomuna a chi aveva un chiaro ruolo politico è a nostro parere di cittadini una sentenza ingiusta e preoccupante.
Cordiali saluti,
seguono i nomi dei firmatari, sismologi dell’INGV.

La risposta di Riccardo Iacona ai ricercatori dell’INGV:


Gentili sismologi dell’INGV …, voi sostenete che PRESADIRETTA ha leso la vostra "immagine di ricercatori al servizio della società". Quando, dove, come? Dove mai avete trovato una sola parola detta da noi o da un intervistato che parli male dell’INGV o del vostro lavoro? Impossibile trovarla perché non è mai stata detta. Neanche nella requisitoria del PM e neanche nelle motivazioni della sentenza di condanna del giudice B., …Non è l’INGV che è stato sul tavolo degli imputati, non è la scienza come si continua a sentire ancora da parte di qualcuno degli imputati, in particolare Enzo Boschi ad essere stata processata, sono delle persone. … Potete essere in disaccordo con la sentenza e con le motivazioni della sentenza, ma non potete prendervela con noi che l’abbiamo raccontata, spiegando al grande pubblico come si è arrivati a quella sentenza. … Passiamo adesso alle vere e proprie imprecisioni che riscontro nella vostra lettera. Voi dite che noi abbiamo sentito come testimoni dell’accusa delle persone che “hanno detto delle cose scientificamente non vere”, … poi proseguite dicendo che noi “tra i tanti esperti italiani di terremoti, non coinvolti nel processo e di chiara fama internazionale…” che avremmo potuto sentire, abbiamo invece scelto “un vulcanologo, una statistica e un funzionario della Protezione civile molisana.” Il “funzionario della Protezione civile molisana”, e immagino che con questa definizione non volevate sottolineare una tara o una diminutio in quanto funzionario molisano, gestisce una Rete Simica Regionale realizzata e finanziata proprio mediante una Convenzione tra il Servizio per la Protezione Civile del Molise e il Centro Nazionale Terremoti dell'INGV e comunque noi lo abbiamo intervistato in quanto aveva partecipato alla Commissione Grande Rischi come testimone, stava lì, ha sentito tutto, ha riferito tutto e poi è andato al processo a raccontarlo e secondo voi l’oscuro funzionario della protezione civile “molisano” non aveva diritto di parola? E chi aveva secondo voi diritto di parola per sapere che cosa si sono detti in quella riunione, durata un’ora e il cui verbale è uscito fuori una settimana dopo la riunione, a terremoto avvenuto?

Passiamo a quella che voi chiamate la “statistica”, … Voi dite “far credere che un modello di pericolosità a 10 o 50 anni, valido su aree di centinaia di chilometri (…), sia utilizzabile localmente per azioni pratiche di riduzione dell’esposizione è sbagliato e pericoloso. Peraltro non è nemmeno vero che i risultati di questi studi e di altri simili siano nascosti chissà dove, dal momento che una ricerca su internet o una telefonata vi avrebbe permesso di trovarli, oggi come anni fa, sul nostro sito web e negli archivi della Protezione civile a cui vengono sempre consegnati.”. Intanto non capiamo perché dovrebbe essere sbagliato e addirittura pericoloso conoscere la probabilità di accadimento anche long-term, cioè nell'arco di anni-decenni, di una scossa?

La scelta delle azioni pratiche spetta alla Protezione Civile, la Commissione Grandi Rischi deve fornire le conoscenze scientifiche tra cui anche le probabilità di accadimento. Fa parte dell’analisi del rischio, che è, lo ricordiamo, un dovere della Commissione in quanto Organo Consultivo della Protezione Civile, sancito nel suo statuto e previsto per legge. Oltretutto, fornire tale probabilità è una delle 'recommendations' date dalla International Commission on Earthquake Forecasting for Civil Protection voluta dall'allora Presidente del Consiglio dopo il terremoto de L'Aquila per fare il punto della situazione in Italia. Esattamente quello che ha fatto la Dottoressa R. col suo lavoro. Precisiamo che tutte queste ricerche sono state commissionate da Enti pubblici e finanziate con soldi pubblici: se l’INGV pensa che non servano a niente, che siano addirittura pericolose, per quale motivo allora le commissiona, visto che ci risulta che il lavoro della Dottoressa R. è stato finanziato appunto dall’Ingv in convenzione con la Protezione Civile? Poi, …ecco cosa ci ha scritto (ndr la dottoressa R. del CNR) a proposito dell’importanza degli studi statistici nell’ambito della previsione dei terremoti : “I modelli probabilistici da me utilizzati sono applicati in tutti i Paesi sismici del mondo. Sulla competenza di matematici-statistici in campo sismologico citiamo solo i due più noti, il professor Vere-Jones, padre del modello stress-release che modella le scosse principali, noto e usato in tutto il mondo e professore della Victoria University of Wellington e il professor Ogata Y.Y. a cui si deve il modello ETAS, usatissimo per la modellazione di scosse secondarie (aftershocks) in tutto il mondo, Italia inclusa, direttore dell'Institute of Statistical Mathematics,a Tokyo, oltre a essere Leader dello Statistical Seismology Research Group, Prediction and Knowledge Discovery Research Center, Giappone. In Paesi come Giappone, Russia, Nuova Zelanda statistici di professione collaborano attivamente in campo Sismologico, come conferma anche il matematico e geofisico di fama internazionale Y.Y. Kagan (“Modelling Critical and Catastrophic Phenomena in geoscience. A Statistical Physics Approach, 2006” ). Infine, rimandiamo a quanto scritto e ribadito recentemente dal neozelandese GNS SCIENCE, l’istituto per la ricerca sulla comprensione dei pericoli legati ai terremoti e per la riduzione del rischio, riconosciuto a livello internazionale. L’istituto richiede ai ricercatori precise competenze statistiche (con tanto di laurea), proprio per il contributo fondamentale che tale disciplina può dare allo studio della sismologia. Sul punto,poi, che gli studi della Rotondi erano pubblicato sul vostro sito, mi sorge spontanea una domanda, perché non sono tirati fuori in quella riunione del 31 marzo 2009? Se tali studi probabilistici fossero stati citati, sono convinto che gli aquilani avrebbero dormito sonni meno tranquilli.

Chiuso il capitolo “statistica” passiamo al povero “vulcanologo”, …, accusato di aver detto secondo voi una corbelleria e cioè che “i forti terremoti sono sempre preceduti da sciami”. Ecco cosa dice S. dopo aver letto la vostra lettera : “Tutti e tre i principali terremoti distruttivi L'Aquila, 1461, 1703, 2009 (M 6.5, 6.6 e 6.2, rispettivamente) hanno avuto scosse premonitrici anche molto sensibili (Guidoboni et al., 2012). I terremoti del 1762 e 1950 (Gran Sasso) hanno avuto magnitudo inferiore e non sono comparabili in quanto sappiamo che il numero e la durata di una sequenza sismica è proporzionale alla scossa principale. In aggiunta, il terremoto del 1950 e quello del 1915 (Avezzano) sono stati generati da fonti completamente indipendenti rispetto al 1461, 1703 e 2009.

… Infine, voglio ricordare le parole che il vostro ex presidente Enzo Boschi ha consegnato alla nostra inviata Lisa Iotti, dicendo sostanzialmente che quella riunione (ndr: quella del 31 marzo 2009) nulla aveva di scientifico, sarebbe dovuta durare molto di più e la sua sensazione netta era che fosse servita a Bertolaso per fugare dubbi e timori legati alle dichiarazioni del tecnico Giuliani, ve le ricordate? Poco più che una farsa, insomma. Se era questa la convinzione di Boschi perché il giorno dopo non ha chiamato tutti i media e ha detto quello che pensava. Perché non l’ha fatto? Ci sarà l’appello, gli imputati avranno modo di difendersi e dovranno smontare cose molto concrete, come le dichiarazioni di Bertolaso che abbiamo fatto sentire e che ha detto che da mesi la comunità scientifica lo rassicurava e dovranno dimostrare che quella stitica riunione di poco meno di un’ora aveva svolto la funzione per cui era stata convocata. Altro che attacco alla scienza !

Grazie

 

mercoledì 23 gennaio 2013

La fine che non è una fine


Nel paventare la fine di un ciclo, che poi non arriva - ultimo, in ordine di tempo, quello legato al calendario Maya - noi esseri umani vogliamo in realtà dimostrare che siamo esseri superiori, in quanto riusciamo a sopravvivere alla fine preconizzata.
Questo espediente, evidentemente, ci serve per esorcizzare la nostra innata paura di fronte ad ogni e qualsivoglia “fine”: non essendosi manifestata, possiamo tirare avanti senza patemi. Ma, non elimina il problema, che si ripresenterà infatti a distanza di tempo.
Una fine che non é una fine, dunque, per scacciare le nostre paure.

La scienza non si esprime, se non per dichiarare che alcuni fenomeni naturali, come i terremoti, non sono prevedibili.
Allora, non c’é soluzione, ci teniamo le nostre paure e chi vivrà, vedrà.

A proposito, la giustizia non la pensa come la scienza. Con sentenza di 1°, i giudici dell’Aquila hanno condannato gli scienziati, ritenuti colpevoli per aver tranquillizzato la gente, nell’aprile del 2009, prima che la scossa sismica distruggesse mezza città.
Il punto non é se sono prevedibili, ma cosa dire alla gente.

Nasce spontanea una sola domanda: conviene insistere nell’ignoranza, o é meglio ripartire da zero, ossia dalla “matematica celeste”, quella che avrebbe potuto diventare l’astrologia naturale, dopo Galileo Galilei, e … finì com'è finita.

giovedì 10 gennaio 2013

Tecnici o croupiers?

A noi italiani piace il gioco, inutile negarlo.
Al punto che scegliamo dei veri croupiers, a gestire la politica come fosse un tavolo verde. Craxi era molto bravo in questo ma, oggi sarebbe superato da una moltitudine di eccellenti professionisti. Tutti insigni "professori" che, al momento giusto, ti sanno sfilare i soldi dal piatto.
Meditate gente!