giovedì 27 giugno 2019

C'era una volta il vuoto e da li venne l'universo

Dall'inserto Scienze di "laRepubblica" del 27 giugno 2019, Amedeo Balbi (*):

"Non sappiamo se cio' che esiste sia infinito ... lo scenario attualmente preferito dalla maggioranza dei fisici teorici è quello di un universo che emerge per una fluttuazione casuale da uno stato preesistente di "vuoto" (che non ha niente a che vedere con il "nulla" dei filosofi)."

(*) Amedeo Balbi è l'autore de "L'ultimo orizzonte" edito da UTET

sabato 1 giugno 2019

Dov'è finita la fiducia nella Scienza?



Con la censura ad opera di certi “ambienti”, sulle teorie pseudo-rivoluzionarie diffuse dagli astrologhi nel periodo post-copernicano, si pensi a Tiko Brahe, Giovanni Keplero, Galileo Galilei, la cultura scientifica moderna si è andata poco a poco privando di un bagaglio, ricco e fruttuoso, offerto dalla “Tradizione” che era contenuta nella dottrina astrologica.

Il “sapere universale” di un tempo era costruito sull’esperienza, con la consapevolezza che fosse indispensabile per la crescita della cultura moderna.

La scienza contemporanea ha invece cancellato ogni retaggio riferito ai grandi “traghettatori” del passato, vedi Aristotele e Tolomeo, imboccando di fatto una strada priva di destinazione.

La concezione deterministica basata sul principio di “causa ed effetto” ha scalzato ogni altra teoria, il “big-bang” ha annullato il vecchio principio di equilibrio, espresso nella simmetria e nella simultaneità di ogni evento naturale. Di conseguenza, è emersa l’idea che dal vuoto sia nato il tutto, dai buchi neri le onde gravitazionali, e cosi via.

Di quella censura, a cui abbiamo accennato sopra, a mio parere, ne ha sofferto l’intera comunità, perduta oggi tra lo “spazio curvo” e il tempo che non esiste.

Questo è quanto occorreva segnalare. Siamo al tracollo della buona scienza?
Ai posteri l’ardua sentenza.