In questi giorni, ricorrono 30 anni dal 1° Congresso
Internazionale del CIDA – Centro Italiano di Astrologia, che si svolse il 25,
26 e 27 novembre 1994, con il patrocinio della Regione Veneto a Venezia, dal
titolo: “Per una Crescita Della Cultura Astrologica”. Tra i promotori
l’instancabile Grazia Mirti, responsabile del Centro a Torino, coadiuvata da
Dante Valente, Arturo Zorzan e Claudio Cannistrà; tra i relatori, tanti
illustri nomi, da André Barbault a Michael Erik Van Slooten, Nicholas Campion,
Bruno Huber. Numerosi i delegati italiani, tra i quali anche il sottoscritto
con un intervento dal titolo: “Dall’Astrologia il progetto per una Nuova
Scienza”.
Mi piace ricordarlo perché l’evento fu unico e
straordinario: come si dice, “over booking”. Insomma, una grande manifestazione
di sincera e affettuosa dedizione, da parte di eccellenti studiosi provenienti
da tutto il mondo, verso la (vituperata) Astrologia naturale.
Non è infatti un mistero che la cultura astrologica fosse
considerata “inattendibile” dalla scienza ordinaria. Piero Angela la
considerava una pratica insulsa e paranormale. Oltre tutto, nel 1975, fece
scalpore il manifesto di espressa condanna dell’Astrologia, pubblicato dalla
rivista “The Humanist”, con la firma di centinaia di illustri
scienziati, tra cui numerosi premi Nobel.
Va ricordato che l’Astrologia discende da una dottrina
ultra millenaria. Le critiche pertanto non sono giustificate. Giova infatti
ricordare che, proprio nel 1975, Ellemire Zolla rispose inconsapevolmente alle
critiche, che poi riguardano la parte dedicata agli “oroscopi”, pubblicando un
copioso trattato dal titolo “Le Meraviglie della Natura”, dove sono
mirabilmente descritte tutte le “convergenze” astrali.
L’Astrologia naturale ha ancora
molto da far sapere agli studiosi della Natura. Grazie ai progressi compiuti nell’ambito
di quella che non esiterei a definire la “matematica” del futuro, la nuova dottrina astrologica è al passo con la scienza moderna per affrontare insieme le sfide del terzo millennio.
Giuseppe Antonio Romano
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