La ricchezza di un popolo si misura in una scala che va dall’origine dei tempi ai giorni nostri.
Il livello di ricchezza raggiungibile e raggiunto dalle singole popolazioni è mutevole, perché a stabilirlo concorrono i percorsi e gli eventi, di cui conserviamo le tracce attraverso il mito, le scritture, i testi, le opere, i manufatti che sono sopravvissuti all’usura. Vanno cercati nei luoghi della memoria: molti hanno conosciuto la sopraffazione, il vandalismo, la distruzione, altri la pace con i suoi segni indelebili, i tesori da conservare e rimettere nelle mani dei posteri.
A determinare la curva della ricchezza sono i fenomeni naturali. La tendenza verso l’alto o il basso si costruisce all’esito dei conflitti tra generazioni e/o opposte fazioni. Gli eventi naturali sono visti sotto il profilo zodiacale. La materia cosmica che osserviamo nel cielo stellato è sempre la stessa da millenni, oggi si chiama "matematica celeste". Non facciamo l’errore di archiviare qualcosa che neppure conosciamo, come nel 1975, quando centinaia di premi Nobel (!) dichiararono l'astrologia inaffidabile (The Humanist, nov. 1975).
Il pregiudizio, la superstizione, la maldicenza in generale, non hanno mai giovato a nessuno. La condanna di Galileo Galilei, scienziato e astrologo (vedi G. Mirti in Atti del 1° Congresso internazionale di Astrologia, Venezia 11/1994) ne è la definitiva dimostrazione. .
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