L’essere umano vive oggi all’oscuro di quella che risulta essere la nostra attività
planetaria. Ignoriamo, ad esempio, le leggi che governano i vari processi naturali
legati all’alternanza del giorno e della notte, senza contare poi tutti quei fenomeni
riconducibili al ciclo soli-lunare come le maree.
Un tempo - lo abbiamo più volte ripetuto - se ne occupavano gli astrologhi:
in ultimo citiamo Tiko Brake, Keplero e lo stesso Galileo, che non disdegnava
gli oroscopi. Tutto questo perchè, negli anni della rivoluzione copernicana l’astrologia
naturale era una scienza e la sua dottrina indispensabile alla conoscenza del Cosmo.
Negli anni che seguirono e con la modernità, si spegne l’interesse verso tale disciplina, con
il risultato che la nostra conoscenza della materia cosmica è andata via via scemando.
Una cosa è certa: la scienza “ufficiale” é ferma anch’essa tra la teoria
della relatività e le varie teorie quantistiche. Alcuni fenomeni cosmici, come
le comete, la caduta di meteoriti, la simultaneità delle forze che governano
l’intera attività planetaria, l’anti-materia, ecc. suscitano ancora oggi teorie
varie e discordanti. Mentre altri fenomeni, come terremoti e maremoti, dovuti a
cause diverse tra loro non escluse quelle “astrali”, restano del tutto sconosciuti.
Se vogliamo, gli strumenti per indagare i misteri del Cosmo ci sono, ma i
risultati non si vedono.
Sfugge soprattutto l’osservazione dell’attività planetaria nel suo insieme.
Cio’ che impedisce di fatto la corretta analisi dei fenomeni celesti e
terrestri.
Si rende quindi necessario ricostituire quel bagaglio di conoscenze che si
basava sull’osservazione astrologica della volta celeste: una pratica in uso da
migliaia di anni e mai smentita. Oltre tutto, é alla base delle “effemeridi”.
Questa dottrina, oggi nota come “matematica celeste”, è quanto mai indispensabile:
in primis, per monitorare la relazione spazio-temporale che lega il nostro
pianeta, visto come micro-cosmo, agli altri pianeti e corpi celesti. In secondo
luogo, serve da indicatore delle complesse dinamiche in cui vengono a trovarsi,
volenti o nolenti, l’essere umano e il pianeta, ossia il nostro habitat.
Inoltre, non deve sfuggire il fatto che la “matematica celeste” è, allo
stato attuale, la sola e unica strada ideata dall’uomo per la conoscenza della
materia cosmica, offrendo quella visione d’insieme del nostro sistema solare, da
cui potrebbero emergere - come è già avvenuto - dati significativi su taluni eventi
come appunto i movimenti tellurici e/o acquatici, che si formano all’interno
del nostro pianeta per cause non ancora accertate. Soprattutto, ne abbiamo forte bisogno per superare i limiti della relatività
e delle moderne teorie quantistiche. Non serve a nulla aver enunciato le quattro
forze fondamentali della natura, se non abbiamo un metodo matematico - ampiamente
sperimentato, come è quello centrato sul sistema attuale di riferimento
zodiacale - che ci aiuti a comprenderne gli aspetti del tutto naturali di
reciproca alternanza.
Nessun commento:
Posta un commento